Le lezioni in lingua originale sono disponibili al seguente link:
http://www.aypsite.org/MainDirectory.html

domenica 16 giugno 2013

Lezione 21 - Meditazione Domande e Risposte: Oggetti di meditazione

Da: Yogani
Date: Mon Dec 1, 2003 1:14pm

Nuovi Visitatori: si raccomanda che leggiate dal principio, in quanto le lezioni precedenti sono un requisito indispensabile per questa. La prima lezione è "Perchè questa discussione?"


D: Quali sono le differenze esistenti tra la meditazione sul mantra, e quelle sui chakra, un'icona religiosa, una candela ecc.?

R: La meditazione rappresenta il ponte tra l'attenzione su di un oggetto ed il grande oltre che conosciamo come coscienza di beatitudine, priva di pensieri o esperienze sensoriali esterne. Lo scopo è di fare questo viaggio ripetutamente, quotidianamente, come un orologio. La tecnica che utilizziamo è semplice, ma delicata. Fa affidamento sulla capacità naturale della nostra mente  di acquietarsi. Altre forme di meditazione possono non essere così semplici e naturali e possono includere la concentrazione su significati intellettuali o su oggetti multipli. Ciò può impantanare il passaggio dell'attenzione al reame espanso della coscienza di beatitudine dentro di noi. Ciò non significa che altre forme di meditazione non funzionino. Ma nel nostro approccio, la semplicità e l'efficienza sono in prima linea.  Questo è un metodo avanzato di meditazione che chiunque può fare. Discuteremo la meditazione su altri oggetti, dal punto di vista del metodi che utilizziamo qui. 


Quali differenze esistono tra la meditazione con la nostra tecnica che utilizza un mantra, rispetto quelle che utilizzano i chakra (centri di energia nel corpo), una icona religiosa o altro oggetti materiali? Ancora, è una questione di semplicità ed efficienza.  L'obiettivo è di portare l'attenzione oltre il processo del pensiero e, facendo ciò, portare l'attenzione al di là dell'esperienza sensoriale esterna. La mente rappresenta il processo neurologico al nostro interno che collega la coscienza al mondo esteriore. Si tratta di una connessione molto intima. La nostra attenzione, impegnata nelle dinamiche della mente, è sempre ad un centimetro dallo sperimentare la beatitudine divina della pura coscienza. Quando è consentito alla mente di riposarsi, ci siamo. Così, la più intima connessione alla coscienza di beatitudine, inizia dalla mente. Iniziamo all'interno, in modo che possiamo andare rapidamente e facilmente dentro in profondità. Se dovessimo cominciare con un posto nel corpo o un oggetto materiale, potremmo comunque recarci nel profondo.  Non ci sono dubbi. Ma sarebbe un viaggio più lungo e complicato. Più siamo all'esterno quando iniziamo, maggiore è il bagaglio fisico, intellettuale ed emotivo che dobbiamo gettare via lungo la strada verso l'interno. Anche questa è il motivo per il quale non pronunciamo il mantra durante la meditazione e nemmeno prestiamo attenzione  ai significati durante la meditazione. Si tratta di un processo interiore fin dall'inizio. Iniziando la meditazione con un pensiero ed utilizzando una procedura specifica, aggiriamo gli ostacoli esterni nel sistema nervoso che possono legare la nostra attenzione.  In definitiva li sciogliamo dall'interno in maniera naturale piuttosto che provare a dissolverli dall'esterno verso l'interno, cosa non facile.


Iniziamo con un pensiero, senza focalizzarci su alcun significato, semplicemente ricominciando la ripetizione del pensiero del suono del mantra non appena ci rendiamo conto che sta scomparendo (in inglese: "on the edge of letting go"). Consentiamo che il mantra vada spontaneamente per la sua strada fino a diventare quasi indistinto (in inglese "We let the mantra go its own way naturally to less and less") – questo è il modo più semplice ed efficace per tuffarsi nel mare infinito della coscienza di beatitudine dentro di noi. Avendo fatto così ripetutamente, ritorniamo dopo venti minuti imbevuti di pace e beatitudine ed avere ottenuto molta purificazione nel processo.

Nel tempo, evapora la distanza tra la coscienza e le esperienze esterne, mentre le ostruzioni diventano sempre meno. In realtà non c'era alcuna distanza! A quel tempo diventa naturale sperimentare molte sfumature della coscienza di beatitudine mentre contempliamo i chakra, delle icone religiose, i nostri cari, dei bei paesaggi, le Scritture, o anche un libro di fisica teorica. Quando sorge la coscienza di beatitudine, ogni cosa è vista tramite essa (in inglese: "everything is seen in terms of that"). Ma questa non è la procedura di meditazione. Ciò significa godere del frutto della meditazione - vivere la vita con un apprezzamento crescente verso i suoi molti doni. L'aumento di questo apprezzamento, ci ispira ancora di più a portare avanti la nostra pratica. 


Il guru è in te.


Nota: Per istruzioni dettagliate sulla meditazione profonda, vedi AYP Deep Meditation book.


Link all'indice delle lezioni