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lunedì 4 settembre 2017

Lezione 48: Pranayama e salute

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Da: Yogani 
Data: venerdi 16 Dicembre 2003 11:04 
Nuovi Visitatori: si raccomanda che leggiate dal principio, in quanto le lezioni precedenti sono un requisito indispensabile per questa. La prima lezione è "Perchè questa discussione?
Nota: Per informazioni dettagliate sulla respirazione spinale, guardate AYP Spinal Breathing Pranayama book, e AYP Plus.  


D: Praticare il pranayama ha dei benefici pratici per la salute? Sembra di si.

R: Sì. Come per la meditazione, il pranayama promuove la purificazione nel sistema nervoso. Essendo un processo fisico, ha anche effetti diretti nel corpo che possiamo facilmente notare con la progressione della nostra pratica. Ha effetti positivi sui polmoni, sul cervello, sul sistema digestivo, sul cuore e sugli organi riproduttivi, solo per citarne alcuni. Stabilizza anche la mente e le emozioni. Mentre il prana fluisce sempre di più nel corpo, un'energia lucida e palpabile si irradia dalla pelle, creando un'aura di salute e di forza che può essere utile per gli altri.
Ma niente di tutto ciò arriva in una notte o tramite pratiche irregolari di pranayama. Né viene da una pratica "allegra" dove nulla viene praticato per giorni o settimane, e poi il pranayama viene effettuato impulsivamente ed in eccesso per cercare di fare un grande passo in avanti tutto in una volta. Non funziona così. A questo proposito, il pranayama è come ogni altro tipo di cultura fisica. Una po’ di pratica due volte al giorno è ben superiore a tanta pratica a giorni e settimane discontinue. Quest'ultima non è affatto una cultura fisica né tantomeno yoga e può essere pericolosa per la salute.
Se hai deciso di diventare un corridore delle lunghe distanze, inizieresti ad esercitarti una volta alla settimana, o quando te la senti, cercando di correre cinque o dieci miglia tutto in un una volta? Se lo avessi fatto, la tua carriera podistica  sarebbe stata breve. Per avere la migliore probabilità di successo, avresti dovuto percorrere distanze brevi quotidianamente e gradualmente portarti sino alla distanza target nel corso di un lungo periodo di tempo. La cultura fisica richiede una pratica regolare e misurata. Questo è la maniera in cui si allenano gli atleti seri.
La pratica spirituale è come l'atletica in quanto stiamo gradualmente allenando il nostro corpo e il sistema nervoso a condurre e irradiare un livello notevolmente aumentato di beatitudine pura della coscienza. Si tratta di una grande impresa che può essere realizzata attraverso molti piccoli passi quotidiani in un lungo periodo di tempo. I vantaggi di un tale approccio sono cumulativi e notevoli lungo il percorso. Le pratiche yoga avanzate promuovono la purificazione e l'equilibrio profondo nel sistema nervoso e alcuni risultati saranno notati quasi subito dopo l’inizio della pratica. Uno dei benefici che si possono notare è un miglioramento della salute. Quindi, sì, il pranayama continua la tendenza verso una buona salute che abbiamo cominciato quando abbiamo iniziato a meditare.
Dovrebbe essere sottolineato che il pranayama non è una cura miracolosa che immediatamente eliminerà i risultati di anni di vita non salutare. Infatti, se una vita sbilanciata ha gravemente compromesso la salute, potrebbe non essere possibile intraprendere immediatamente il pranayama. Un certo livello di salute, in particolare del sistema respiratorio, è necessario per intraprendere il pranayama. Nel pranayama non dobbiamo mai sforzarci oltre la nostra capacità fisica. La nostra pratica dovrebbe essere adeguata al livello delle nostre capacità. Se siamo deboli, il pranayama dovrebbe essere effettuato al minimo o non praticato del tutto. Se siamo forti, possiamo fare di più. Valutate sempre con attenzione prima di impegnarvi a qualsiasi livello nella pratica del pranayama. La meditazione può essere praticata da quasi chiunque, in qualunque situazione sanitaria senza chiedere oneri supplementari al corpo. Il Pranayama è diverso. Richiede un certo livello minimo di salute per poterlo praticare in modo sicuro ed efficace. Siate consapevoli di ciò e valutate sempre la vostra pratica del pranayama sulla base della vostra condizione fisica attuale, in modo da non mettere un onere eccessivo sul tuo corpo. Ad esempio, mentre la meditazione può essere utile durante la malattia, il pranayama non lo è, soprattutto se si soffre di una malattia respiratoria. Quando i polmoni sono malati, non affaticarli. E non andremmo nemmeno a correre un miglio se siamo malati.
Se metterai insieme alla tua pratica di pranayama il vecchio buon senso, otterrai molti vantaggi, tra cui una migliore salute.

Il guru è in te.

domenica 3 settembre 2017

Lezione 47: Chakra?

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Da: Yogani
Data: Lunedi 
15 dicembre 2003 17:18
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D: Ho letto dell'importanza dei chakra nella pratica spirituale. Qui come si inseriscono nel contesto delle lezioni?

R: I chakra, noti anche come centri di energia spirituale, sono componenti della nostra anatomia energetica interna corrispondenti a vari aspetti del nostro sistema nervoso. Sono meccanismi interni vitali attraverso i quali la coscienza, come prana, agisce in noi. Filosoficamente, sono prominenti nelle religioni orientali e si possono trovare nel cristianesimo, ad esempio nel Libro dell’Apocalisse.
Quanto sono importanti i chakra nelle pratiche avanzate di yoga? Sono importanti, ma non nel senso che devono essere compresi intellettualmente per ottenere il massimo progresso spirituale.
Pensa un minuto alla tua auto. Quando entri in essa la mattina, ci sono solo alcune cose da fare per potersi muovere. Giri la chiave, metti in moto, premi l’acceleratore e vai. Poi devi sterzare, frenare e così via. Guidare un'auto è qualcosa che la maggior parte di noi può gestire abbastanza facilmente. Ma supponiamo che, per fare andare la macchina, durante la guida dobbiamo coinvolgere ogni parte che funziona sotto il cofano. Supponiamo di aver dovuto pompare il gas dal serbatoio al motore, accendere le candele, monitorare i pistoni che salgono e scendono e seguire la coppia attraverso l'albero motore e la trasmissione alle ruote. Supponiamo anche di controllare contemporaneamente tutto ciò che accade nel sistema di raffreddamento del motore, il sistema di lubrificazione, il sistema di condizionamento, il sistema elettrico e così via. Allora potremmo guidare l'auto? Probabilmente no. La ragione per cui possiamo guidare la vettura con facilità come facciamo, è perché sappiamo come gestire i comandi principali. Tutto il resto funziona automaticamente sotto il cofano. Non dobbiamo nemmeno pensarci. L'automobile è stata progettata per essere facile da guidare, anche se la tecnologia in essa è complessa.
Questo è come funziona nelle pratiche avanzate di yoga. Parlando sotto il profilo spirituale, siamo stati progettati per essere facili da guidare. Possiamo usare i comandi principali e tutto il resto andrà automaticamente. Non dobbiamo essere coinvolti in ogni dettaglio. Per lo più, il funzionamento dei chakra è "sotto il cofano". Abbiamo tutti una tendenza a essere coinvolti nei dettagli delle cose. Siamo una specie curiosa e vogliamo sapere come funzionano le cose. Ci piace trafficare. Va bene, ma non ha molto a che fare con una pratica spirituale efficace, vale a dire guidare la macchina. Queste lezioni hanno a che fare con la guida dell'auto, senza analizzare le auto sotto il cofano.
Detto ciò, diamo un breve sguardo su come i controlli principali che abbiamo appreso finora influenzano i chakra.
Nella meditazione, stiamo rapidamente calmando tutte i macchinari interni, andando dritti alla fonte, il silenzio della pura coscienza di beatitudine. Così, l'effetto della meditazione sui chakra è quello di calmarli, di acquietarli. Nella meditazione, la purificazione avviene secondo gli schemi unici di ostruzione nel sistema nervoso. I chakra sono coinvolti in questo, ma non in modo prevedibile. La purificazione procede nel modo in cui c’è necessità e tutto quello che facciamo è seguire la semplice procedura di meditazione.
Nel pranayama, stiamo tracciando l'interno del nervo spinale in su e in giù con il respiro. Il nervo spinale o sushumna, è l'autostrada principale del sistema nervoso. Ogni altro nervo è influenzato da ciò che sta accadendo nel nervo spinale. E' il nervo principale delle migliaia di nervi del nostro corpo. I chakra sono radicati nel nervo spinale, disposti dal basso verso l'alto. Quindi, mentre viaggiamo su e giù, purificando il nervo spinale e aumentando il flusso di prana nel sistema nervoso, stiamo pure purificando e ravvivando i chakra. È automatico.
Mentre progrediamo nelle nostre pratiche avanzate di yoga, stiamo aumentando la stimolazione del nervo spinale in modi particolari. Così facendo influenzeremo i chakra. Questo avverrà attraverso pratiche orientate sia fisicamente che mentalmente. Non rifletteremo sui chakra come parte delle nostre pratiche. Ma li influenzeremo tremendamente allo stesso modo in cui utilizziamo i comandi principali. Possiamo menzionare occasionalmente un chakra in queste lezioni mentre discutiamo le varie esperienze che stanno emergendo. Una concentrazione troppo grande sui chakra può costituire una distrazione alla pratica spirituale, proprio come pensare troppo al motore dell'automobile può distoglierci dalla nostra guida.
Già durante la meditazione e il pranayama stiamo facendo molto con i chakra. Sta accadendo automaticamente sotto il cofano. Quindi stai sereno e goditi la corsa. 

Clicca qui per una descrizione (in inglese) dei sette principali chakra in relazione al sistema AYP. 

Il guru è in te.

sabato 2 settembre 2017

Lezione 46: In quale direzione è il su nella respirazione spinale?

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Da: Yogani
Data: Lunedi 15/12/2003 14:17
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D: Perché saliamo su per la sushumna quando inspiriamo e scendiamo durante l’espirazione? Può funzionare altrettanto bene al contrario ossia scendere durante l’inspirazione e salire durante l’espirazione?

R: Nei primi stadi, il pranayama può lavorare in entrambi i modi. Con la respirazione spinale di base, un caso può essere sostenuto per un approccio o l'altro. Tuttavia, in seguito, diventa chiaro che l'apprendimento della respirazione spinale che sale durante l’inspirazione e scende durante l’espirazione è l'approccio preferito. Diventerà evidente quando approcceremo nuove pratiche avanzate di yoga che comprendono sospensioni deliberate del respiro quando i polmoni sono pieni. A questo punto è necessario che l'attenzione sia vicina alla sommità del sushumna per eseguire procedure yoga nella parte superiore del corpo. Inoltre arriverà un momento in cui il respiro si sospenderà automaticamente con i polmoni vuoti in connessione con la biologia interna del prana che viene liberato dal suo vasto magazzino vicino alla base della colonna vertebrale. Ciò si manifesterà come uno svuotamento dei polmoni e poi un avvicinamento alla parte inferiore della colonna vertebrale. Apprenderemo i mezzi per facilitare questo processo automatico di avvicinamento che si verifica quando i polmoni sono vuoti, per cui l'attenzione sarà vicino alla base della colonna vertebrale e quindi non in cima. Questi due tipi di sospensione di respiro sono determinanti primarie relativamente alla direzione nella quale procediamo nella sushumna con la nostra attenzione durante la respirazione spinale.
Quando il nostro respiro si ferma, sappiamo senza dubbio quale sia il su. In definitiva, la direzione in cui il nostro respiro ci porta nella sushumna non è affatto una cosa arbitraria.
Più avanti lungo la strada in queste lezioni, entreremo più in dettaglio sulla sospensione del respiro (chiamata "kumbaka"). Salendo all'interno della sushumna con la vostra attenzione durante l'inspirazione e verso il basso durante l'espirazione, sappiate che state mettendo la giusta base per tutto ciò che verrà.

Il guru è in te.

Lezione 45: La respirazione è rallentata durante il Pranayama

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Da: Yogani 
Data: Lunedi 15 Dicembre 2003 12:24
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D: Dal momento che ho iniziato il pranayama, il mio respiro ha subito un cambiamento. All'inizio non riuscivo a trovare un ritmo e, mentre respiravo lentamente, ero dietro o davanti alla mia necessità di aria; ma ultimamente, si sta appianando. Mi sembra di avere abbastanza aria, anche se rallento sempre di più. A volte il mio respiro sembra sospendersi in certi punti del ciclo. È normale? E’ dannoso quando il mio respiro diventa così lento che quasi si ferma?

R: La tua esperienza è molto buona. Essa dimostra che molto lavorio sta accadendo  sotto al tuo sistema nervoso, e la forza vitale sta emergendo  dall'interno per sostituire la tua ridotta assunzione di ossigeno. Questo è il motivo per cui ti senti a tuo agio con il respiro rallentato e privo di tensione. Questa è una conseguenza normale del pranayama e non sarà dannosa per te, a patto che non forzi il processo.
Qui esiste un ottimo principio naturale. E’ per questo che il pranayama è così efficace nel coltivare il sistema nervoso. Ricordiamo che "pranayama" significa "limitazione della forza vitale". Quando limitiamo la forza vitale in modo semplice e non forzato, si crea qualcosa. Il delicato trattenimento del respiro crea un effetto biologico del vuoto, una piccola aspirazione della forza vitale in noi. Il corpo deve affrontare in qualche modo questo moderato deficit di forza vitale. Lo fa prendendo dal grande magazzino di prana all'interno del corpo e questo prana scaturisce dal profondo del sistema nervoso. Questa è una nuova dinamica nel sistema nervoso e l'uscita di prana dall'interno opera sui nervi un grande effetto di rilassamento e purificazione. Questo processo è al centro di tutti gli effetti che emergono dal pranayama. Proprio dietro il flusso di prana che proviene dal pranayama è il flusso generoso della pura coscienza di beatitudine, supponendo che stiamo praticando la nostra meditazione ogni giorno.
Siamo tutti a conoscenza dei vantaggi dell'applicazione del principio di limitazione in vari settori della nostra vita. Se limitiamo garbatamente quella che sembra essere la nostra necessità immediata, abbiamo sempre un beneficio in qualche modo. Ciò è particolarmente vero se siamo stati esagerati in termini di soddisfare le nostre esigenze percepite, come siamo inclini a fare nel nostro stile di vita occidentale orientato al consumo. C'è grande saggezza nel detto: "Moderazione in tutte le cose".
Un esempio molto semplice ed evidente consiste nel mangiare. Se limitiamo garbatamente l’assunzione di cibo, cominciamo a bruciare il grasso nel nostro corpo per rimpiazzare la riduzione dell'assunzione di cibo. Questo ha un effetto purificante complessivo nel corpo e migliorerà la nostra salute purchè non portiamo il processo ad un estremo e diventiamo anoressici.
Il principio di limitazione opera in molte aree della vita. Se limitiamo la nostra spesa, anche solo un pochino, scopriamo che abbiamo più soldi. Se perdiamo il  lavoro, cosa che non è sempre percepita come un evento positivo, molto spesso ne troviamo uno migliore. La vita ha un modo per compensare tutto ciò che è limitato, spesso con qualcosa di meglio. Non c'è dubbio che se moderiamo i nostri eccessi, troviamo di più nella vita. In molti settori della vita, scopriamo che meno significa di più.
Questo principio funziona anche nella meditazione. Mentre favoriamo agevolmente il mantra, stiamo limitando delicatamente gli infiniti flussi di pensieri nei quali siamo quasi sempre immersi. Nella meditazione, creiamo uno stato nella mente dove l'attenzione non è incentrata sul significato. Tuttavia, stiamo mantenendo la mente attiva con il mantra. Non abbiamo messo la mente a dormire. Così, con meno opportunità che l’attenzione si aggrappi al significato, si viene a creare una sorta di vuoto nella mente. Che succede?  Beh, sai cosa accade. L'attenzione va a livelli più silenziosi e più tranquilli, finché la mente si acquieta completamente nella grande distesa silenziosa della pura coscienza di beatitudine. Limitando delicatamente il flusso della mente, creiamo un vuoto che attrae in noi la pura coscienza di beatitudine.
È stato detto, "La natura aborre un vuoto e corre a riempirlo". È vero. Gran parte dello yoga si basa sull'applicazione di questo principio per stimolare il sistema nervoso umano ad un livello più elevato di funzionamento e di esperienza. Di solito non siamo inclini a limitare volontariamente le cose che riteniamo fondamentali per la nostra esistenza. Tuttavia, se comprendiamo il principio del compenso che opera ovunque, troveremo opportunità per procedere nella nostra vita con maggiore abilità. Il Pranayama è un esempio brillante dell'applicazione di questo principio. Come potrai vedere, il pranayama si estende lontano all'essenza di ciò che siamo e svolge un ruolo importante nel portarci avanti, consentendoci di diventare estaticamente radiosi.

Il guru è in te.

mercoledì 27 luglio 2016

Lezione 44 - Pranayama Domanda e Risposta: Trovare il nervo spinale

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Da: Yogani
Data: Sabato 13 Dicembre 2003 ore 15:00


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D: Sto avendo qualche difficoltà a immaginare il nervo spinale. Ha l'aspetto di un nervo o di un tubo? Lei ha parlato di entrambi. Ha un colore, un sapore, una sensazione o qualsiasi altra caratteristica sensoriale? 

R: Senza sforzarci, immaginiamo il nervo spinale come un piccolo canale tubolare che va dal nostro perineo (il punto in basso che si trova tra l'ano e i genitali), fino al punto tra le sopracciglia. Durante l'inspirazione lo tracciamo fino al centro della colonna vertebrale al centro della testa e giriamo avanti al centro della fronte. Nell'espirazione, lo tracciamo indietro lungo lo stesso percorso al perineo di nuovo, e così via, più e più volte, per la durata del pranayama. Se ci rendiamo conto che non stiamo tracciando il nervo spinale su e giù durante la nostra sessione di pranayama, ritorniamo a esso con facilità. Noi non forziamo l'immagine mentale del nervo spinale. La favoriamo delicatamente. I dettagli verranno da soli. Qual è il nervo spinale? Che cosa è questa sushumna? E' qualcosa che continueremo a immaginare per sempre durante il pranayama e questo è tutto? Per fortuna, no. Immaginare il nervo spinale e tracciarlo su e giù durante il pranayama è solo l'inizio. In un primo momento, è come sondare il  terreno dove ci è stato detto che sotto c'è una ricca vena d'oro. Poi scaviamo e ben presto troviamo l'oro. Quindi l'immaginazione, il tracciare l'immagine mentale di esso, assume una qualità diversa. Troviamo che siamo in una vena d'oro e non dobbiamo più cercare. Sappiamo dove si trova. E splende dinanzi a noi. La nostra immaginazione è integrata dalla crescente realtà che scopriamo. Così, immaginare il nervo spinale è solo un inizio. Dobbiamo cominciare da qualche parte. Mentre tracciamo il percorso del nervo spinale più volte con il respiro, qualcosa comincia ad accadere. Qualcosa comincia a salire. Possono essere sentimenti. Possone essere colori. Possono essere suoni. Sperimenteremo qualcosa. Dobbiamo solo continuare a praticare, senza deviare molto nelle sensazioni che emergono. Tutti i sensi operano nei regni interiori e li stiamo aprendo gradualmente. Come percepiamo il nervo spinale dipende dalla nostra condizione unica, il nostro modello unico di purificazione che avviene durante il pranayama e la meditazione. Per quanto possa essere unico il nostro modello di purificazione, stiamo scoprendo la stessa cosa, la sushumna, il nervo spinale. In questo modo stiamo aprendo la nostra autostrada per l'infinito. Quello che stiamo facendo nella respirazione spinale è di trovare il nervo spinale e  contemporaneamente aprirlo. Lo troviamo aprendolo e poi continuiamo aprirlo. L'immaginazione non sarà sola per molto tempo. Presto aggiungeremo delle potenti funzionalità alla nostra pratica del pranayama, che saranno di aiuto nell'aprire più rapidamente il nervo spinale. La respirazione e la fantasia riceveranno un sacco di aiuto. Quando si è alla ricerca dell'oro, si consiglia di usare un po' di dinamite. C'è un sacco di dinamite disponibile. E presto vi sarà portata. Allora potrete scoprire rapidamente qualcosa di molto reale, mentre andrete su e giù nella respirazione spinale. Il nervo spinale diventerà tangibile al suo interno, palpabile. Ci sarà meno immaginazione relativamente ad esso. Sarete dentro di esso, sperimentando le vostre dimensioni interiori. Una radianza estatica vi riempirà e inizierà ad allungarvi dall'interno. Ad un certo punto, si arriva ad una realizzazione che è allo stesso tempo confortevole e spaventosa allo stesso tempo. Vi renderete conto che, mentre state cercando il nervo spinale, il nervo spinale sta cercando voi. Nel trovare il nervo spinale, il nervo spinale vi trova. Poi il fare si sposterà. Prima, tu eri quello che cercavi, scavavi e scavavi. L'avere trovato il nervo spinale cambia le cose. Ora è il nervo spinale risvegliato che effettua la ricerca, diffondendo in tutto il mondo interiore al vostro interno, e purificando ogni cellula dentro di voi. Si diventa testimoni di una grande e gloriosa dimostrazione di pulizia cosmica, e voi state cadendo in un abisso senza fine di estasi. Si tratta di un'esperienza gratificante che rende umili. Ora state assistendo in prima persona a ciò che è stato registrato nelle Scritture e negli scritti di verità di umanità per migliaia di anni. Questo è ciò che rappresenta trovare il nervo spinale. E' come essere trovati. Poi ci spostiamo in una modalità di resa, accogliendo il processo divino che accade dentro, perché non siamo più soli in questa ricerca. Non lo siamo mai stati. Non ci sediamo a fare nulla. Per noi c'è molto di più da fare; possiamo applicare molti altri mezzi per facilitare la trasformazione. Quindi andiamo avanti con le nostre pratiche quotidiane e aggiungeremo pratiche yoga più avanzate, non appena saremo in grado di digerirle. Non c'è da riposare sugli allori. Potremmo essere saturi di estasi, ma c'è di più e non ci fermeremo. 
Il guru è in te.

mercoledì 23 marzo 2016

Lezione 43 - Il Pranayama domanda e risposta – Il rapporto con la meditazione

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Da: Yogani
Data: Venerdi 12 Dicembre 2003 05:57

Nuovi Visitatori: si raccomanda che leggiate dal principio, in quanto le lezioni precedenti sono un requisito indispensabile per questa. La prima lezione è "Perchè questa discussione?"

D: Sto avendo delle meravigliose sensazioni di beatitudine nella mie prime sessioni di pranayama ed esse confluiscono nel mio periodo di meditazione. Mi sono trovato a ondeggiare nelle piacevoli sensazioni che provenivano dalla spina dorsale e mi facevano venire la pelle d'oca. Durante la meditazione la mia attenzione è tornata  alla respirazione spinale. Va bene? Qual è il rapporto tra il pranayama e la meditazione? Il pranayama è una sorta di meditazione? Come pratica spirituale, può il pranayama stare in piedi da solo senza la meditazione che abbiamo imparato?

R: Le tue prime esperienze sono belle, un meraviglioso assaggio delle cose a venire. Lascia che ti ispirino a proseguire il sentiero verso l'illuminazione. Con la pratica regolare del pranayama e della meditazione, le tue esperienze andranno molto più in profondità.
Non importa troppo se ci sono dei movimenti durante il pranayama o la meditazione. Questo vale sia per i movimenti piacevoli che quelli spiacevoli. Semplicemente basta tornare alla pratica che si sta eseguendo, sia che si tratti del pranayama o della meditazione. Se i movimenti persistono al punto in cui non riesci a tornare facilmente alla tua pratica, allora lascia che l’attenzione rimanga per un po’ con i movimenti, senza favorirli o resistere loro. Una volta che si sistemano un po ', dovresti essere in grado di tornare facilmente alla tua pratica.
I movimenti e le sensazioni piacevoli senza movimenti, possono essere  a doppio taglio, quando si presentano nel pranayama e nella meditazione. Tendiamo ad essere attratti da questi. È naturale. La parte difficile è non confondere l'ascesa del piacere con la pratica e focalizzarci eccessivamente sul piacere. Tieni a mente che queste esperienze sono in aumento a causa della corretta pratica del pranayama e della meditazione. Al fine di avanzare, dobbiamo continuare le nostre pratiche e non riporre eccessiva attenzione verso le esperienze estatiche che verranno. Questo non vuole dire che queste esperienze non siano benvenute. Certamente lo sono. Stiamo eseguendo pratiche yoga avanzate in modo da elevarci a una vita di estasi! Mentre continuiamo le nostre pratiche quotidiane, le esperienze estatiche traboccheranno e diventeranno una parte normale della nostra vita quotidiana. Questo è ciò che vogliamo. Quindi, se arrivano durante il pranayama e la meditazione, le accogliamo con gioia e torniamo alla nostra pratica. Questo è il modo in cui promuoviamo l'ascesa di esperienze estatiche nella vita. In seguito si esaminerà più in dettaglio il tema di mantenere l'integrità delle nostre pratiche mentre avvengono esperienze in estatiche. Con il tempo, l'estasi diventerà l'esperienza predominante durante le nostre pratiche e ciò presenterà una sfida unica sulla strada per l'illuminazione. Si tratta di una sfida più piacevole.
A volte capiterà che ci troveremo a fare pranayama durante la meditazione, o viceversa. Quando ciò accadrà, dobbiamo semplicemente tornare alla pratica che avevamo pianificato di fare in quel momento. Non dovremmo cercare di fare contemporaneamente entrambe le cose. Entrambe si basano sulla semplicità di attenzione, cioè semplicemente favorendo il mantra nella meditazione o favorendo la respirazione spinale nel pranayama. Se proviamo a favorire entrambe le procedure in una sola volta, dividiamo l'attenzione e ciò diminuisce entrambe le pratiche. Così, prima eseguiamo il pranayama e poi facciamo la meditazione. Questa è la formula per il massimo effetto.
La meditazione e il pranayama sono pratiche nettamente diverse, con finalità nettamente diverse. La meditazione infonde in noi il silenzio della pura beatitudine della coscienza. Il pranayama scioglie i nervi sottili e stimola il flusso di prana in modi particolari. Ciò offre la possibilità alla pura beatitudine della coscienza di fluire dinamicamente nel sistema nervoso. Questo è vissuto innanzi tutto come una crescente espansione di estasi e poi come l'ascesa di una universale e beata consapevolezza di sé. Il pranayama è sulla soglia della meditazione, ma non è meditazione. La meditazione è ai bordi del pranayama, ma non è pranayama. Si potrebbe dire che entrambi provengono da lati opposti verso il bordo del confine sottile che esiste ovunque in noi tra la pura beatitudine della coscienza e il prana. Eseguendo il pranayama e la meditazione in successione, stiamo sciogliendo il confine da entrambi i lati. Si tratta di un doppio beneficio. Questo è il grande vantaggio di eseguire entrambe le pratiche.
Il pranayama, nelle sue varie forme, ha un valore straordinario e ne faremo un ampio uso. È una delle chiavi principali per aprire il sistema nervoso umano all'esperienza divina. Ma il pranayama non è un sostituto per la meditazione. Solo attraverso la meditazione il sistema nervoso può essere permeato della pura beatitudine della coscienza. Il pranayama e le altre tecniche che discuteremo, saranno di grande aiuto nel preparare il terreno per la manifestazione della pura beatitudine della coscienza e saranno i mezzi per la sua espansione verso l'esterno, ma non sono la causa primaria del suo arrivo. La meditazione lo è. Per questo motivo, il pranayama non è raccomandato come una pratica a se stante senza la meditazione.
La meditazione può essere praticata da sola. È una pratica completa che porterà ad una fioritura completa della pura beatitudine della coscienza in una persona per un periodo prolungato di tempo. Questo è il motivo per cui abbiamo detto che la meditazione è sufficiente per coloro che non sono inclini a perseguire altre pratiche yoga avanzate per accelerare il cammino. La meditazione è la migliore singola pratica che si possa eseguire.
D'altra parte, praticare il pranayama da solo senza meditazione può lasciare il praticante vulnerabile in qualche modo. Immaginate di arare un campo, rigirando il terreno ricco più e più volte. È esposto, fertile e pronto affinchè il seme sia piantato.  Che cosa pianterai lì? Se mediti profondamente con un metodo efficace, seminerai il campo pieno con il seme della pura beatitudine della coscienza, germoglierà e crescerà forte, riempiendo il campo di gioia. Ma cosa succede se non mediti e non pianti qualcosa in particolare nel tuo campo fertile del pranayama? Cosa crescerà lì? Qualcosa crescerà. Ma cosa? Qualunque cosa capiti di essere in giro. Alcuni desideri, alcuni pensieri, delle emozioni, qualunque cosa si ritrovi a soffiare sul campo. A dire il vero, un sacco di erbacce possono crescere lì, perché non c'è un raccolto di pura beatitudine della coscienza a riempire quel campo. Questo è il motivo per cui il pranayama, praticato come una pratica a se stante per mesi e anni, può portare a meno invece che più. In alcune persone, questo tipo di pratica squilibrata può portare ad un aumento della rigidità, egoismo, ansia, rabbia o semplicemente sfortuna. Meditate ogni giorno dopo avere fatto il pranayama e si verificherà l'opposto di queste cose, in grande profusione:  flessibilità, compassione, pace, gioia, e un sacco di buona fortuna. Ecco come funziona.

Il guru è in te.
 
Nota: Per informazioni dettagliate sulla respirazione spinale, guardate AYP Spinal Breathing Pranayama book, e AYP Plus

domenica 3 gennaio 2016

Lezione 42 - Il Pranayama Domanda e risposta: E' naturale?


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Da: Yogani
Data: Giovedi 11 Dicembre 2003 ore 17,16


Nuovi Visitatori: si raccomanda che leggiate dal principio, in quanto le lezioni precedenti sono un requisito indispensabile per questa. La prima lezione è "Perchè questa discussione?"
D: Ho difficoltà a fare mie tutte le parti coinvolte nella respirazione spinale e finora non sto ottenendo molto da essa. Sembra contraddittorio con quanto ripeti che queste pratiche dovrebbero essere naturali. E' certamente diversa dalla meditazione che trovo essere molto facile e piacevole. Non dovrebbe essere facile e gradevole anche il pranayama? 


R: Sì, il pranayama diventerà facile. E piacevole è un eufemismo. Estatico è una descrizione migliore di ciò che diventerà il pranayama. Tuttavia può richiedere un certo tempo mettere insieme tutto. Prendete il vostro tempo nel farlo. Dategli una giusta opportunità nella pratica regolare e non ve ne pentirete. C'è in arrivo un aiuto sotto forma di  nuovi elementi di pratica che renderanno il pranayama molto più piacevole da eseguire. Imparerete come accendere tutto dall'interno. Ma procediamo con ordine. Mettete in pratica le abitudini di base della pratica. Nel corso del tempo, diventerà sempre più facile e più piacevole. Per la maggioranza delle persone, la meditazione è facile e piacevole fin da subito. Con il pranayama potrebbe necessitare un pochino più di tempo. È naturale il pranayama? Non vi è dubbio che il pranayama, con tutte le sue parti supplementari sia una pratica complessa, e possa non essere percepita come naturale all'inizio. Tuttavia, come la meditazione, anche il pranayama tocca una  capacità naturale insita in noi. Nel caso della meditazione è la capacità naturale della mente di acquietarsi e sperimentare la pura beatitudine della coscienza. Basta impostare le condizioni adeguate nella meditazione e la mente si tranquillizza da sola. Nel caso del pranayama, utilizziamo la  capacità naturale del sistema nervoso di raffinarsi e diventare estaticamente luminosa dall'interno. E' richiesta più azione per impostare le condizioni iniziali. Ma una volta che abbiamo adottato le misure necessarie per il pranayama, la condizione di luminosità estatica sorgerà spontaneamente. Una volta che si mette in moto, procedera completamente in automatico. Ed è allora che saprete, senza ombra di dubbio, che il vostro corpo è stato progettato per sostenere l'estasi divina - una vera rivelazione. Proprio come raggiungiamo il nostro stato naturale di una coscienza silenziosa e interiore di beatitudine  attraverso la meditazione, allo stesso modo, tramite il pranayama, giungiamo al nostro stato naturale di radiosità estatica. Una volta stimolata questa radiosità estatica attraverso il pranayama, essa si approfondisce nella meditazione. Il pranayama coltiva il terreno del nostro sistema nervoso, al punto che la meditazione è in grado di produrre una fioritura dinamica della pura beatitudine della coscienza. Il pranayama permette al seme silenzioso che stiamo risvegliando con la  meditazione di crescere in radiasità estatica e ciò si riversa generosamente nella nostra vita quotidiana. Qui l'obiettivo è quello di strutturare le pratiche yoga avanzate affinchè siano il più semplice possibile, oltre che essere piacevoli e gradevoli. In caso contrario, non molti vorranno dedicare tempo ad esse. A volte è richiesta una paziente costanza, durante le fasi di formazione della pratica. Con il vostro costante impegno nella pratica quotidiana, le esperienze continueranno a progredire. Con il tempo, correrete per arrivare alla vostra postazione di meditazione, perché l'estasi che sopraggiungerà sarà così grande. Poi, prima di saperlo, l'estasi sarà ovunque. Il mondo intero si trasformerà davanti ai vostri occhi amorevoli. 
Il guru è in te.

Nota: Per informazioni dettagliate sulla respirazione spinale, guardate AYP Spinal Breathing Pranayama book, e AYP Plus